C'è crisi. Gli istituti di credito e la finanza speculativa sono al collasso. Una certa idea di economia spettacolarizzata è forse giunta al capolinea. I profitti su soldi inesistenti, imperi di mutui variabili. Poi il crollo del castello di carte, per le crepe che improvvisamente cedono, in più punti. E' il 2008 e improvvisamente c'è crisi. Enric Duran è catalano, ha trentatrè anni ed una laurea in sociologia conseguita alla facoltà di Barcellona. In Spagna e nella rete è diventato un eroe, il "Robin Hood de la banca". Dal 2006 ad oggi Duran ha truffato 39 banche con 68 operazioni finanziare, usando le medesime strategie della finanza fantasma. Creando finti movimenti nei suoi conti bancari spostando di volta in volta le cifre di denaro ottenute da altri prestiti non garantiti per fingere di avere delle entrare. Nessuna garanzia, nessuna entrata certificata. Stando a quanto dichiarato Duran, per ottenere il primo finanziamento è bastato chiedere. Copertura al 100%. E' stato sufficiente fornire un nome falso e la volontà di acquistare una casa. Colossi bancari come BSCH, Deutsche Bank e Caixa Madrid si sono trovati improvvisamente nudi, truffati da un sistema che avrebbe dovuto sostenerli, portato all'estremo. Duran ha girato i 39 istituti di credito ben vestito, con una ventiquattro ore piena di pratiche fasulle, parlando un gergo specialistico, spacciandosi per direttore commerciale di un'azienda intestata a suo nome. Ha ottenuto 429 mila euro. Con questi soldi ha finanziato movimenti e associazioni impegnati nel sociale e ha stampato e distribuito gratuitamente alcuni giornali. Nel settembre del 2008 Duran ha stampato 200 mila copie di "Crisi", per svelare pubblicamente la sua truffa. Poi è fuggito in America Latina continuando a picchettare la finanza spettacolo via internet. Lo scorso marzo è tornato a Barcellona con "Podem!" ("possiamo!", ndr), una nuova pubblicazione distribuita nel capoluogo catalano. E' stato arrestato . Su internet e su Facebook il popolo della rete si è mobilitato in sua difesa. Nel suo ultimo comunicato dal carcere di Brians, Enric Duran ha affermato che "difendere la mia libertà significa difendere la possibilità di discutere un nuovo modello di società". Duran rischia fino a 10 anni di reclusione.
Philip Di Salvo
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