lunedì 14 dicembre 2009

Il miracolo del predellino


PREMESSA: Stigmatizzo totalmente qualsiasi tipo di atto violento. Con questo raccontino, non riporto necessariamente la verità dei fatti. Intendo solo sdrammatizzare l’accaduto, pur insinuando – lo ammetto – qualche legittimo sospetto e azzardando un paio di previsioni future.


È la sera del 13 dicembre e S. Berlusconi - nel senso di San Berlusconi - ha appena tenuto un celestiale comizio sotto il Duomo tirato a lucido della sua fedele Milano, proprio accanto all’albero di Natale più alto e illuminato del mondo, in una piazza gremita e adulante, fatta eccezione per quei miscredenti - 400 secondo i dimostranti, 4 secondo la questura - che l’hanno contestato e che Lui ha prontamente zittito con la sola imposizione della mano. L’occasione è il lancio della campagna di tesseramento al Popolo delle Libertà: non è chiaro come mai le iscrizioni vengano aperte soltanto a più di due anni di distanza dalla nascita del partito, ma tra i presenti si è sparsa la voce che forse si può approfittare del pacchetto completo, accaparrandosi in un colpo solo la tessera politica, l’abbonamento annuale del Milan, il decoder di Mediaset Premium e una notte a Palazzo Grazioli con una selecao di escort e veline.


Subito dopo il discorso - un’omelia dedicata alla redenzione dei giornali che hanno perduto la retta via, alla trasmutazione delle maledette toghe rosse in simpatici costumi da Babbo Natale e alla moltiplicazione dei panettoni e dello spumante per tutti -, il Premier si è avviato tra gli applausi verso l’auto, ha camminato tra due ali di folla in estasi e ha benedetto i discepoli con un rametto d’ulivo in un’atmosfera gioviale, indorata di Spirito Santo. Come faceva John Lennon prima di morire assassinato all'ingresso del Dakota Building di New York, Silvio – recentemente eletto “Rockstar del 2009” dalla rivista Rolling Stone Italia – ha stretto mani e firmato autografi. Manca poco ormai all’orario in cui vanno in onda i principali Tg nazionali della prima serata e, per un’incredibile serie di congiunture astrali, i 15 bodyguards, i poliziotti e gli uomini della sicurezza si sono distratti all’unisono, tutti nel medesimo istante cruciale; così all’improvviso, mentre curava l’anima e lo spirito di un suo devoto, Silvio è stato colpito al volto da una terrificante arma contundente: un souvenir in miniatura del duomo, una statuetta da tortura, munita di gugliette micidiali e di un’infingarda madonnina sulla punta. Subito dopo l'aggressione, di cui non esistono immagini chiare, Berlusconi si è coperto - o nascosto - il volto con un sacco nero della spazzatura: probabilmente, tra le centinaia di persone che lo circondavano, nessuno aveva un fazzoletto di carta o di stoffa, ma qualcuno si era portato dietro la busta della pattumiera, chissà forse per ricordare a tutti che i rifiuti in Campania non ci sono più grazie a Lui.


In quei momenti drammatici, durante i quali la Nazione tutta è rimasta sospesa - come si resta in spasmodica attesa sulle montagne russe nei secondi subito precedenti la discesa in picchiata -, il Cavaliere ha barcollato con il viso macchiato di sangue; la scorta l’ha preso e trascinato al sicuro nell’auto blindata. Ma Berlusconi si è subito riavuto – per noi uomini e per la nostra salvezza, al terzo minuto è risuscitato secondo il copione -, si è issato sul leggendario predellino e, guardando la sua moltitudine di pecore smarrite, ha fatto un cenno di rassicurazione con la mano. Poi, si è riaccomodato nei sedili posteriori, vicino al finestrino, con il volto tumefatto a favore di telecamera, un’inquadratura degna delle sceneggiature a orologeria del miglior Kubrick.


Intanto, stranamente l’assalitore non si è comportato da vero assalitore: dopo il folle gesto, è rimasto inverosimilmente pietrificato, permettendo alle forze dell’ordine di fermarlo immediatamente e al ministro della Difesa Ignazio La Russa di vestire il saio del Salvatore nel dire «Ho corso con gli agenti di polizia per allontanare l'aggressore, che rischiava un possibile linciaggio». È Massimo Tartaglia, un ingegnere 42enne: è in cura da 10 anni per problemi mentali, non è un attivista politico, è sconosciuto alla Digos e a chiunque altro, almeno finché le televisioni di Raiset non lo renderanno famoso, chissà magari per i suoi quadri che si illuminano al ritmo di musica. In tasca ha una bomboletta di spray urticante anti-stupro al peperoncino: forse temeva che, in mezzo alla calca, il Cavaliere in visibilio lo scambiasse per una velina e se lo ingroppasse.


Berlusconi è stato portato di corsa all’Ospedale San Raffaele, dove i medici hanno diagnosticato addirittura un graffio al labbro inferiore: il Premier avrebbe chiesto che il taglietto fosse tenuto sotto stretta osservazione per almeno 24 ore dalle due infermiere più avvenenti della struttura. Per prevenire un’eventuale infezione, i primari l’hanno sottoposto alla tac, alla risonanza magnetica, ad una lozione per la ricrescita dei capelli, allo sbiancamento dei denti, ad una seduta di massaggi shiatzu, ad un trattamento del miglior visagista in circolazione e infine al restauro del lifting che nella concitazione della rissa aveva leggermente ceduto.


A Emilio Fede, subito accorso al santo capezzale, ha confessato: «Sono miracolato, un centimetro in più e avrei perso l'occhio». Poi ha aggiunto: «Sono amareggiato per questa campagna di odio nei miei confronti. Questo è il frutto di chi ha voluto seminare zizzania. Quasi me l'aspettavo...». Se l’aspettava: infatti, dovrebbe avere già pronto il discorso con cui, nei giorni sotto Natale, magari con un cerottino vicino alla bocca, regalerà il perdono al figliol prodigo e assolverà i suoi peccati, mostrando agli occhi e alle telecamere di tutto il mondo l’uomo generoso e magnanimo che è. E se il sermone non fosse ancora pronto, il Premier ora ha a disposizione due settimane di prognosi per affinarlo e per pensare a come gestire il nuovo consenso popolare, che dopo l’insospettabile aggressione è tornato magicamente ai massimi storici.

Francesco Carrubba

1 commento:

  1. non credo che quel gesto sia stato architettato, ma certo non può essere sfruttato per delegittimare il dissenso in toto e legittimare leggi di restrizione della libertà civile.

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