Petru Birlandeanedu entra nella stazione di Montesanto a Napoli, è appena stato raggiunto da due proiettili sparati da sicari della Camorra in motorino. Non era lui l'obiettivo del raid, ma è stato colpito al torace e ad una gamba. Corre, sottobraccio alla moglie Mirella verso i tornelli della stazione, poi si accascia a terra. Petru, romeno, si guadagnava da vivere suonando la fisarmonica sui vagoni, da Mirella aveva avuto due figli, il più grande dei quali era rimasto in Romania. C'è un video, pubblicato da Repubblica che mostra gli ultimi istanti di vita del musicista: Petru Birlandeanedu muore davanti ai tornelli della stazione per i colpi d'arma da fuoco da cui è stato raggiunto, da innocente. La moglie si sbraccia, chiede aiuto, non sa cosa fare. Petru è a terra, agonizzante. Attorno alla coppia prosegue indifferente il viavai dei passeggeri: alcuni fuggono imperterriti, altri passano dritti, alcuni parlano al cellulare, altri si preoccupano di obliterare il biglietto. Nessuno aiuta la donna o si preoccupa di chiamare i soccorsi. A 100 metri di distanza c'è l'Ospedale Pellegrini, ma nessuno si avvicina a Petru. Basterebbe sollevarlo da terra. Un gruppo di donne raggiunge i tornelli e fugge, voltando le spalle. Sulla scena della sparatoria sopraggiunge un'ambulanza. Due feriti, un'ambulanza. L'altro ferito, un ragazzo napoletano a sua volta estraneo al regolamento di conti, viene portato in ospedale. Petru Birlandeanedu resta solo con sua moglie davanti ai tornelli per mezz'ora. I soccorsi arriveranno troppo tardi. Petru Birlandeanedu resta a terra, Mirella al suo fianco. Tutt'intorno, nessuno.
Philip Di Salvo
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