giovedì 10 settembre 2009

A Processo gli scritti di Kafka


E' iniziato oggi a Tel Aviv il dibattimento giudiziaro sulla custodia di alcuni scritti autografi di Franz Kafka. La raccolta (che a detta degli studiosi non conterrebbe inediti) comprenderebbe alcune lettere, cartoline e disegni appartenuti allo scrittore autore de Il Processo. Il materiale, che era stato consegnato da Franz Kafka stesso all'amico Max Brod nel 1924 affinchè venisse bruciato dopo la morte dell'autore, è protagonista di una curiosa storia. Come è noto, Brod, conscio dell'immenso valore letterario degli scritti dell'amico, non donò alla fiamme quei fogli, ma li conservò per tutta la vita, portandoli con sè anche nel 1939, anno in cui emigrò in Israele. Fu qui che Brod decise di inserire nel proprio testamento una clausola per la quale il plico di fogli kafkiani venisse consegnato, alla sua morte, ai "custodi nazionali della cultura ebraica in Israele". Per la seconda volta nella loro storia, però, quei fogli non andarono in contro al destino prefissato loro: Esther Hoffe, già segretaria di Brod, custodì i manoscritti fino al 2001, anno della sua morte, ignorando le richieste del testamento. Scomparsa anche la Hoffe, gli scritti giunsero infine nelle mani di Ruth e Hawa Hoffe, figlie di Esther, che tutt'ora custodiscono gelosamente le carte. Il direttore della Biblioteca Nazionale di Gerusalemme, Shmuel Har-Noi rivendica la raccolta di manoscritti di Franz Kafka, appellandosi all'originario testamento di Max Brod e alle miglior condizioni offerte dalla sua Biblioteca al fine di garantire il miglior stato di conservazione dei documenti. La decisione finale passa quindi al giudice di Ramat  Gan (Tel Aviv), il quale dovrà pronunciari sulla finale destinazione degli scritti.

Philip Di Salvo

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