Sono ancora quattro gli studenti - tutti fuori sede, tutti assegnisti di borse di studio - intrappolati sotto le macerie dello studentato dell'Aquila. C'è uno sconforto più tremendo, più straziante, privato per questo dramma del dramma, per una tragedia che non vale niente di più e niente di meno delle migliaia di altre che il terremoto in Abruzzo ha generato domenica notte. E' un dramma di futuri ora impossibili, di futuri negati. Possibilità chiuse, abolite. E' la conclusione estrema e tremenda di un percorso che si fa improvvisamente maceria, crollo, fine. E' il dramma di chi è partito per studiare, per fare futuro, e si ritrova, corpo o sopravvissuto, nella sospensione ineluttabile del calcestruzzo che si spezza, del cemento armato che improvvisamente non serve a nulla, nelle macerie che sono sempre simbolo di passato e fine. E' la tragedia di un palazzo che non doveva crollare, che era stato costruito per non crollare, che era stato costruito per contenere futuri. Ma è venuto giù. Scricchiolando da giorni, agonizzando. Giù con il futuro dentro. Futuro che ora sta lì sotto, giù, in quattro parti. Con la rabbia inutile dei miei vent'anni, che sono anche i loro.
Philip Di Salvo
Oggi, in radio hanno detto che lo Studentato è stato costruito nel 2000. Com'è possibile che sia crollato un edificio così nuovo?
RispondiEliminaAnche l'ospedale è stato completato nello stesso anno ed è crollato come un castello di sabbia. Un infermiere, quella notte, ha sentito le scosse e ha deciso di andare a dormire in ospedale, reputandolo il luogo più sicuro in caso di terremoto (e, in effetti, gli ospedali dovrebbe avere questa caratteristica). Contro le sue previsioni, il povero infermiere si è trovato a dover aiutare i malati ad evacuare l'edificio distrutto.
Intanto, i palazzi costruiti durante il Ventennio (quello fascista, si intende) restano in piedi.
Come a dire: anche le dittature non sono più quelle di una volta.
Francesco
Si stava meglio quando si stava peggio. E altro che freccia rossa!!!
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