mercoledì 27 maggio 2009

Quando dicesti di essere cattolica

Quando dicesti di essere cattolica,
credente e praticante, io subito capii:
è per questo che ti chiesi
se nell'inevitabile omicidio
mi saresti stata complice.

F.C./M.D.

martedì 19 maggio 2009

La morte di Mario Benedetti


Ieri l’altro, a Montevideo, moriva Mario Benedetti, uno dei più grandi poeti latinoamericani. Aveva 88 anni. Nel 1973, causa la dittatura militare, aveva dovuto abbandonare il suo paese per dieci anni. Nel 1992 Benedetti era anche comparso in un bel film di Eliseo Subiela, El lado oscuro del corazón, recitando la traduzione di una sua poesia in tedesco.
Ad un certo punto, in quello stesso film, una sorta di 2046 rioplatense, uno dei protagonisti, un francese trasferitosi in Uruguay, dice che il Sudamerica è il caos, il paradiso e l’inferno insieme, un posto dove sai già quello che sarai e dove puoi inventarti all’infinito. Un posto che ha un grande futuro, ma che fa fatica a sopravvivere al suo presente. Un manicomio, insomma, come avrebbe sintetizzato Bolaño. Qui sotto il testo di una delle poesie più belle di Benedetti.


No te salves


No te quedes inmóvil
al borde del camino
no congeles el júbilo
no quieras con desgana
no te salves ahora
ni nunca
no te salves
no te llenes de calma
no reserves del mundo
sólo un rincón tranquilo
no dejes caer los párpados
pesados como juicios
no te quedes sin labios
no te duermas sin sueño
no te pienses sin sangre
ni te juzgues sin tiempo
pero si
pese a todo
no puedes evitarlo
y congelas el júbilo
y quieres con desgana
y te salvas ahora
y te llenas de calma
y reservas del mundo
sólo un rincón tranquilo
y dejas caer los párpados
pesados como juicios
y te secas sin labios
y te duermes sin sueño
y te piensas sin sangre
y te juzgas sin tiempo
y te quedas inmóvil
al borde del camino
y te salvas
entonces
no te quedes conmigo

Enrico Lucca

sabato 16 maggio 2009

Enric Duran, una storia contemporanea



C'è crisi. Gli istituti di credito e la finanza speculativa sono al collasso. Una certa idea di economia spettacolarizzata è forse giunta al capolinea. I profitti su soldi inesistenti, imperi di mutui variabili. Poi il crollo del castello di carte, per le crepe che improvvisamente cedono, in più punti. E' il 2008 e improvvisamente c'è crisi. Enric Duran è catalano, ha trentatrè anni ed una laurea in sociologia conseguita alla facoltà di Barcellona. In Spagna e nella rete è diventato un eroe, il "Robin Hood de la banca". Dal 2006 ad oggi Duran ha truffato 39 banche con 68 operazioni finanziare, usando le medesime strategie della finanza fantasma. Creando finti movimenti nei suoi conti bancari spostando di volta in volta le cifre di denaro ottenute da altri prestiti non garantiti per fingere di avere delle entrare. Nessuna garanzia, nessuna entrata certificata. Stando a quanto dichiarato Duran, per ottenere il primo finanziamento è bastato chiedere. Copertura al 100%. E' stato sufficiente fornire un nome falso e la volontà di acquistare una casa. Colossi bancari come BSCH, Deutsche Bank e Caixa Madrid si sono trovati improvvisamente nudi, truffati da un sistema che avrebbe dovuto sostenerli, portato all'estremo. Duran ha girato i 39 istituti di credito ben vestito, con una ventiquattro ore piena di pratiche fasulle, parlando un gergo specialistico, spacciandosi per direttore commerciale di un'azienda intestata a suo nome. Ha ottenuto 429 mila euro. Con questi soldi ha finanziato movimenti e associazioni impegnati nel sociale e ha stampato e distribuito gratuitamente alcuni giornali. Nel settembre del 2008 Duran ha stampato 200 mila copie di "Crisi", per svelare pubblicamente la sua truffa. Poi è fuggito in America Latina continuando a picchettare la finanza spettacolo via internet. Lo scorso marzo è tornato a Barcellona con "Podem!" ("possiamo!", ndr), una nuova pubblicazione distribuita nel capoluogo catalano. E' stato arrestato . Su internet e su Facebook il popolo della rete si è mobilitato in sua difesa. Nel suo ultimo comunicato dal carcere di Brians, Enric Duran ha affermato che "difendere la mia libertà significa difendere la possibilità di discutere un nuovo modello di società". Duran rischia fino a 10 anni di reclusione.

Philip Di Salvo

giovedì 7 maggio 2009

Italiani brava gente - Atto II

La notizia della creazione, a Foggia, di una linea dell'autobus espressamente riservata agli extracomunitari risale a poco più di un mese fa. Forse ispirato dalla soluzione pugliese, il deputato leghista Matteo Salvini ha esposto oggi a Milano in Piazza Della Scala in occasione della presentazione delle liste elettorali della Lega Nord per le prossime elezioni provinciali, il suo progetto per il miglioramente del servizio di pubblico trasporto nel capoluogo lombardo, anche di recente protagonista di disservizi che lo hanno spinto al collasso in occasione dell'ultima ondata di maltempo. Salvini, presentando i candidati leghisti, ha infatti chiesto che a Milano vengano espressamente destinate delle carrozze ai "milanesi", unici autorizzati a viaggiare all'interno delle suddette. Raffaella Piccinni, compagna di partito di Salvini, ha immediatamente ripreso il collega specificando meglio la proposta leghista: "Meglio vagoni per soli extracomunitari". L'identificazione del vagone corretto, in effetti, apparrebbe così più immediata e non lascerebbe a nessuno possibilità di fraintendimento. E, come si è immediatamente premurata di sottolineare la Piccinni, "ci sarebbe più sicurezza". Sopraggiunte le critiche di tutto lo schieramento politico, i due hanno prontamente chiarito quanto volevano dire. La Piccinni, cadendo dalle nuvole, ha immediatamente confermato che le sue dichiarazioni avevano preciso intento provocatorio. Salvini ha messo in chiaro: "La mia proposta sarà valida tra dieci anni se la sicurezza nei trasporti pubblici meneghini non cambierà." E poi ha precisato: "I posti saranno riservati ai milanesi, sì, ma di ogni razza e colore." Salvini è pregato di spiegarmi su quale vagone a questo punto dovrò viaggiare ogni mattina mentre da studente (passaporto italiano e svizzero, residenza a Como) cercherò di raggiungere l'università. Non potendo salire su quello destinato ai "milanesi di ogni razza e colore", preclusomi dal mio risiedere fuori città e provincia, dovrò viaggiare su quello destinato agli extracomunitari in virtù del mio passaporto extracomunitario? Oppure, data la doppia cittadinanza, sarò autorizzato straordinariamente a viaggiare insieme agli italiani generici ("di ogni razza e colore", ovviamente)? Non esporrei però così tutti i milanesi viaggianti ad un incremento della loro insicurezza a bordo?

Philip Di Salvo