martedì 24 febbraio 2009

Luigi Ghirri - Polaroids


Luigi Ghirri è stato uno dei più importanti fotografi italiani e, sicuramente, uno dei più innovativi. Le sue fotografie di paesaggio, diventate famose grazie ai libri da lui pubblicati e soprattutto grazie alla realizzazione della mostra collettiva Viaggio in Italia del 1983, lasciano senza fiato. Quegli scatti, che immortalano un'Italia provinciale e in continuo mutamento, rappresentano nel modo più alto la consapevolezza del fotografo di far divenire l'oggi ieri: attraverso l'obiettivo dell'apparecchio fotografico, il presente diventa passato. I suoi paesaggi, incarnazioni di una greve levità, riportano sempre i segni della presenza umana anche se essa raramente si palesa sotto forma di figura o di silhouette.

Dal 1979, Ghirri inizia ad utilizzare una macchina destinata ad un fine più commerciale e quotidiano che artistico: la Polaroid. Eppure in quegli anni, molti fotografi di caratura mondiale, a partire da Kertész, sperimentano lo stesso mezzo. La fascinazione per la Polaroid sta nell'immediatezza nel riscontro dello scatto e nell'eliminazione del negativo e quindi della camera oscura dal processo fotografico. I colori dell'apparecchio, inoltre, essendo magnificamente infedeli, accentuano il tono melanconico e surreale dell'istantanea.

Il binomio Luigi Ghirri/Polaroid, dunque, eleva esponenzialmente nello spettatore il tasso di nostalgia che si prova nell'ammirare una fotografia. Tanto più che Ghirri decise di far suo il mezzo Polaroid proprio quando iniziava ad affacciarsi nel mondo un nuovo tipo di tecnologia, quella del microchip e dei pixel. Il fotografo all'epoca non poteva saperlo, ma sarà proprio l'informatica a trent'anni di distanza a decretare il fallimento dell'industria Polaroid. Infatti, quest'ultima sarà costretta a chiudere i battenti sotto i colpi dei colossi digitali che negli ultimi anni spadroneggiano nel mercato della fotografia.

Possiamo dire allora che le Polaroid di Ghirri, in questa fase storica, assumono un ulteriore grado di poeticità: non solo il loro soggetto è ciò che è in mutazione, ciò che a breve potrà cambiare; ma anche il materiale di cui sono fatte presto non sarà più reperibile. Esse sono le rappresentanti contingenti di un preciso momento, di un periodo che non esisterà più.


Matteo D'Antonio


Luigi Ghirri – Polaroids
Galleria Ca' di Fra'
via Carlo Farini 2, Milano
dal 5 Febbraio al 15 Marzo 2009

1 commento:

  1. Ringrazio Igi per avermi dato un'ottima notizia. Infatti, come potete leggere qui (http://www.independent.co.uk/life-style/gadgets-and-tech/news/smile-polaroid-is-saved-1418929.html) l'industria Polaroid sopravviverà ancora!
    Eppure, mi sembra che valga a maggior ragione quello che ho scritto a proposito di Ghirri e delle Polaroid. L'operazione economica per mantenere in vita quest'ultime sfrutta a pieno il carico di nostalgia e di malinconia che il marchio Polaroid porta con sé. Mi pare inoltre interessante riportare le parole del nuovo proprietario della fabbrica: "The project is more than a business plan; it's a fight against the idea that everything has to die when it doesn't create turnover". Credo che abbia molto a che fare con l'idea di fotografia.

    Matteo D'Antonio

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