giovedì 17 settembre 2009

Come il soffitto di una chiesa bombardata


E' morto venerdì scorso all'età di 60 anni Jim Carrol, poeta, scrittore e musicista newyorkese. Il suo The Basketball Diaries pubblicato nel 1978 (edito in Italia come Jim entra nel campo da basket da Frassinelli), cronaca della sua adolescenza da studente presso una prestigiosa scuola dell'Upper West Side di Manhattan negli anni '60 è considerato uno dei maggiori manifesti delle New York pre-punk di quel periodo. Con quel romanzo, Carroll si era guadagnato la nomea di "nuovo Dylan" e la stessa Patti Smith, insieme alla quale e al fotografo Robert Mapplethorpe lo scrittore abitò per diverso tempo, ricorda Carroll come il miglior poeta della sua generazione. Sospinto da Kerouac e Allen Ginsberg, Carroll si era guadagnato già una discreta fama nei circuiti letterari di New York con raccolte quali Organic Trains e 4 Ups and 1 down tra i '60 e i '70. Nel 1973, per sfuggire alla dipendenza dall'eroina, Jim Carroll lascia New York e si trasferisce a San Francisco. La carriera di musicista di Carroll inizia quando Patti Smith lo invita sul palco a declamare alcuni suoi versi durante un concerto. Nasce così la Jim Carroll Band che, grazie all'intercessione di Keith Richards, ottenne un contratto con la Atlantic Records. Il più noto lavoro della band sarà Catholic Boy del 1980. Il disco contiene anche People who died, brano che ottenne un discreto successo e figura anche nella colonna sonora dello spielberghiano E.T. The Extraterrestrial. Da The Basketball Diaries nel 1995 è stato tratto il film Ritorno dal nulla con Leonardo Di Caprio.

Jim Carroll e la sua Wicked gravity sono citati in Inverno '85 dei Massimo Volume:

Per tutto l'inverno dell'85
ho passato i miei pomeriggi di fronte allo stereo
in camera di mio fratello
ad ascoltare Wicked Gravity di Jim Carroll
Mi muovevo al ritmo della musica
immaginando il modo in cui lui poteva muoversi
Mi muovevo al ritmo delle chitarre elettriche
Tutto quello che avrei voluto era essere lui
nell'attimo in cui canta
'Mi sento come il soffitto di una chiesa bombardata'.
Credo che in quel periodo
la mia vita fosse tutta lì


Philip Di Salvo

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