sabato 12 settembre 2009

Willy Ronis, morte di un gigante della fotografia umanista


Si è spento la scorsa notte a Parigi all'età di 99 anni Willy Ronis, celebre rappresentante della corrente umanista e insieme con Doisneau, Cartier-Bresson, Erwitt, uno tra i più significativi fotografi del Dopoguerra francese.
Nato nel 1910 nella capitale, Ronis iniziò la sua carriera a 16 anni e grazie allo studio fotografico ereditato dal padre potè occuparsi della sua grande passione fotografica per la quale aveva lasciato gli studi musicali. Un anno dopo acquistò la sua prima Rolleiflex e diventò amico di Robert Capa. Legato al Partito comunista, figlio di un rifugiato ebreo scappato da Odessa, Ronis si era affezionato ai temi sociali, attraverso reportage pubblicati in giornali e periodici dove spesso gli operai erano i principali protagonisti. Conosciuto anche per i suoi delicati nudi femminili, tra i quali il più celebre è sicuramente Le Nu Provencal del 1949, fu il primo fotografo francese a collaborare con il magazine statunitense Life. In seguito alla morte del padre, avvenuta nel 1949, Ronis chiuse lo studio ed entrò a far parte dell'agenzia Rapho, insieme con Brassaï, Robert Doisneau e Ergy Landau. Ottenne la medaglia d’oro alla Biennale di Venezia del 1957, mentre nel 1980 fu l’invitato d’onore agli Rencontres Internationales de la Photographie di Arles, dove vinse il Prix Nadar. Nel 2008 fu insignito della Legion d’Honneur. Nel 1983 aveva donato con effetto post mortem le sue opere allo stato francese. La Oxford Companion to the Photograph l'ha definito "il fotografo di Parigi per eccellenza".

Marco Pepe

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