mercoledì 18 marzo 2009

Drop Bush, not bombs


(Appendice ad un articolo ancora inedito - L'America)

Con un ottimo eco pubblicitario, si è aperta qui a Parigi la retrospettiva del famoso fotografo statunitense David Lachapelle. La sua opera è intrinsecamente connessa all'american way of life per la sua feroce e mai celata critica al mondo della fotografia di moda e pubblicitaria e a tutto ciò che ad esso è connesso. Mi piacerebbe prendere in esame solo due sale dell'esposizione.

Innanzitutto, quella che più esplicitamente palesa la disapprovazione nei confronti dell'ipocrisia americana, Recollections (2006): Lachapelle ha acquistato su Ebay alcune fotografie scattate da anonimi verso la fine degli anni '70, rappresentanti scene di vita comune e, anzi, stereotipica negli Stati Uniti (feste in casa, ritratti di famiglia, pose sul sofà, barbecues, etc etc) per poi inserire tramite fotomontaggio degli elementi che ne stravolgessero il senso. Ecco che allora, la calma nonnina seduta a fianco dei soggetti principali non riesce a trattenere un esplosivo conato di vomito, l'alcool servito alle festicciole si spreca e uomini nudi fungono da tavolino. Ma non solo: il marchio compare più potente che mai sulle lattine di birra e sulle magliette delle anziane signore: Bush kills. Drop Bush, not bombs.

La seconda sala di cui vorrei parlare è quella iniziale, dove troneggia una delle opere più conosciute di Lachapelle, La pietà: Courtney Love stringe tra le braccia un Kurt Cobain morente (logicamente, un modello sosia), mentre loro figlio gioca angelicamente ai loro piedi. La mostra, espone anche il video del backstage di quest'opera che ha per colonna sonora l'Hallelujah cantata da Jeff Buckley. Tutto quest'insieme ha la capacità di catapultare il visitatore/spettatore nel clima grunge dei 90s americani. Ma non solo: mi sembra che proprio in La pietà, oltre a collegare il sacro al profano, Lachapelle riesca ad unire una forte critica a un trasparente amore per la propria nazione e per quello che essa rappresenta. E la vicinanza e la distanza tra Europa e America.

Matteo D'Antonio

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