giovedì 5 marzo 2009

Nearly God



1995. Il trip-hop ha fatto di Bristol uno dei centri del mondo musicale, i Massive Attack e i Portishead stanno vivendo il loro exploit e con le loro tinte basse e fumose stanno modificando il corso del rock degli anni '90. Tricky ha appena pubblicato "Maxinquaye", il suo primo album da quando ha lasciato i Massive Attack ai deliri di onnipotenza di Robert Del Naja. Tricky è solo, al centro di questo tumulto, della tensione pre-millenaria e finalmente il mondo inizia a scoprirlo per il genio che dimostrerà di essere. In un'intervista si sente chiedere come ci si sente ad essere dio, o, meglio - nearly - dio - god -. Tricky ha un'intuizione e ne fa un progetto, Nearly God. Un gruppo che è una one man band, che è un disco. "Nearly God" esce nel 1996 ed è da molti considerato il capolavoro di tutto il trip-hop, almeno del suo lato più sperimentale. I ritmi rallentano, le melodie si fanno meno immediate, l'umore ancora più urbano e piovoso. Alle fondamenta elettroniche fatte di loop e campionamenti si intrecciano le voci, di Tricky, della musa Martina Topley Bird, di una certa Bjork, di Cath Coffey degli Stereo MC's. I brani sembrano quasi solo abbozzati e sul disco aleggia un affascinante clima, molto novecentista, di "non finito". "Nearly God" è claustrofobico. "Nearly God" ha un'immagine in copertina tra le più belle del decennio scorso. "Nearly God" è un capolavoro minore di un genio, Tricky, che come pochi altri a messo in musica la tensione di fine millennio. "Nearly God" si appanna quando piove. E oggi piove. E non ha smesso un attimo.

Nearly God - Nearly God (1996)

Philip Di Salvo

Nessun commento:

Posta un commento